Genitori
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P e r l e La Chiesetta dei “Genitori in Cammino”Tra i “Genitori in Cammino” e il Seminario esiste una comprensione e un affetto che, oltrepassando le buone maniere, diventa amicizia, stima, aiuto reciproco. Questi sentimenti, quasi a diventare incancellabili, prendono forme visibili, espressione di ricordi, di realtà vive orientate alla meditazione di chi, passando, le osserva con lo sguardo del cuore. Penso alla Via Crucis, al Pozzo Francescano, alla Chiesetta del Risorto, al Capitello lassù sulle verdi montagne del Passo della Mendola meta di gioia e riposo dei giovani seminaristi e non solo ma di gran parte della nostra Arcidiocesi. Ebbene è proprio qui, nella stupenda Val di Non che, realmente ispirata è sorta una magnifica Chiesetta dedicata al gruppo dei “Genitori in Cammino”, quasi a suggellare un ricordo che si cementa in Dio. Cerco, in punta di piedi, nel timore di rovinare l’atmosfera di sacro di cui è permeata, di presentarvela, certo che vedendola di persona gusterete di più quanto vado scrivendo. Siamo invitati ad entrarvi attraverso una Porta che è già oggetto di riflessione… Sta ritta di fronte a noi l’immagine di Cristo… Ci guarda con amore, tende una mano verso la mano di Dio Padre, quasi per accoglierne la volontà, l’altra mano sta accanto a noi. Per entrare nella Chiesa segno di una Vita diventata davvero Cristiana, devo mettere la mia mano in quella di Gesù e Lui mi introduce nell’interno. Gesù infatti ha detto: “Io sono la Porta”. Ora sono in Chiesa. Mi abbraccia, come il cuore di una Madre, un Coro in legno, semplice, di legno povero, ma bello, adatto a noi che non guardiamo più alle apparenze, ma alla ricerca delle verità profonde del vivere. Mi inginocchio e vedo, davanti a me, l’Altare. È bianco, quadrato, scolpito con colpi di scalpello, sopra una tovaglia ricamata con amore e una scritta “Genitori in Cammino”. Ho capito, Cristo aspetta l’offerta del mio dolore per salvare ogni uomo. Dietro l’altare, il Crocifisso… È un’opera d’arte scolpita dalle mani di un monaco, un’opera nata dalla fede di cha fatto di Cristo, l’unico senso della Vita. Mi giro un attimo e incontro il “Cuore” della Chiesa: il Tabernacolo. Accanto un antico candelabro con una luce che arde… È la mia fede, anche quando è debole o difficile. Vicino c’è l’immagine di Maria Santissima e del Suo Sposo San Giuseppe. Ora ci siamo tutti… Proprio tutti? Sì… e vi dico perché… Uscendo, ci troviamo ancora davanti alla porta. Da un lato c’è Gesù e la sua Mamma, dall’altro lato ci sono delle Mamme, dei Papà, dei Figli… un Figlio tiene in mano una Foglia di Palma. È il simbolo del martirio, della testimonianza, di una vita nuova. Per uscire debbo prendere nella mia mano la Palma, me la offre mio Figlio. Lo guardo, La guardo e penso: ho capito, debbo “camminare” ancora per portare a termine quello che Tu non hai del tutto compiuto. Mi inginocchio, magari mi asciugo una lacrima, e riparto. Porterò nel mio cuore questo angolo di Paradiso, questa Chiesetta fatta anche per me e il mio passo diventerà di certo più sicuro. Buon “cammino”. Don Mario Dalla Costa
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Genitori in cammino - ultimo aggiornamento: martedì 21 luglio 2015 |