Genitori
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Testimonianza di Rita (La
mamma di Andrea) Quando muore un figlio, è un dolore immenso, tremendo, ti prende dentro e fuori. Non lo si può descrivere, bisogna provarlo per rendersene conto. Ti guardi attorno e niente è più uguale a prima. Chi sono? Cosa faccio? Dove vado ora? Il buio è totale. Poi un po’ per volta, ti rendi conto che la strada non è più quella di prima, davanti a te se ne apre una nuova in salita, piena di ostacoli. Mi sono messa in cammino partendo da due certezze: la prima che non dovevo fermarmi ai “perché”, ai “se”, ai “ma” poiché nessuno avrebbe potuto darmi una risposta; la seconda che dovevo essere come mio Figlio mi voleva. Al di là di tutto era talmente vivo dentro e fuori di me, da sentirmelo addosso come una seconda pelle e, se avessi allungato un braccio l’avrei toccato. Poi, perché farsi tante domande? La grande Fede che avevo sempre avuto quando tutto andava bene, dove era finita? Avevo sempre ringraziato il Signore mille volte in una giornata per ciò che mi dava e, ora, chiederGli il “perché” dell’avvenimento mi sembrava di buttare via tutto. No, la mia Fede e mio Figlio, non dovevano essere buttati fuori dalla mia vita. Con umiltà, cercando di capire che tutto era un “Suo Progetto”, mi misi a Sua disposizione. Questa la mia preghiera: “Eccomi sono qua: so che le Tue vie non sono le nostre vie, i Tuoi pensieri non sono i nostri pensieri e so anche che il dato da Dio, a Dio è ritornato. Benedetto sia Dio”. Perciò perdonami e aiutami, affinché io possa dimostrarTi l’amore e la fiducia di sempre. Il Signore sapeva che lo amavo, non avevo bisogno di dimostraglielo ma, ero io che dovevo permettere a Lui di amarmi. Solo vivendo questa nuova realtà il mio cammino diventava più facile. Certo, gli inciampi ci sono, ma lasciarsi amare da Lui è stupendo. Vivi con entusiasmo protesa verso quella meta che è lo scopo della tua vita: incontrarLo! In tutto questo, piano, piano sono riuscita a mettere il Signore al primo posto nella mia vita. Ho messo Gesù davanti anche a mio Figlio. Certo, se mi fermo un attimo, il dolore del primo minuto è sempre lì, tale e quale, mai dimenticato; però non mi posso fermare, perché il Signore mi ha dato tanto: Lui mi ha fatto conoscere il vero significato della parola Amore. Amare significa dare per dare, non dare per ricevere. Il Signore ce lo dimostra in tutti i modi, è sempre pronto ad amarci nonostante i nostri rifiuti. È stupendo vivere questa grandissima Comunione con Lui! Affidiamoci, lasciamoci lavorare da Colui che è Amore e non ci deluderà mai. Vorrei riprendere una frase di don Mario: “Penso che, anche se non tutti, qualcuno abbia provato delle sensazioni talmente forti da chiedersi: -Se avessi avuto mio figlio qui, accanto a me, le avrei provate?- Io sono una di quella persone che si è fatta tale domanda”. Una volta in più Gli devo dire “grazie”. Desidererei che fosse così per tutti quelli che hanno provato un dolore tanto grande. |
Genitori in cammino - ultimo aggiornamento: martedì 21 luglio 2015 |