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Omelia dell’Arcivescovo Mons. Paolo Rabitti.

 

V Domenica di Pasqua

Celebrazione Eucaristica

per i “Genitori in Cammino”

10 Maggio 2009 – Cattedrale

 

Ci sono state offerte tre pagine della Sacra Scrittura illuminanti e consolanti. Cercherò di applicare all’assemblea radunata in questa Cattedrale il messaggio di luce e di consolazione or ora proclamato.

 BARNABA: FIGLIO DI CONSOLAZIONE

La prima lettura – tratta dal Capitolo 15 del Libro degli Atti degli Apostoli – fa riferimento ad una delle prime pagine di storia della Chiesa, all’indomani dell’Ascensione del Signore. Tale avvenimento aveva provocato un velato senso di abbandono nell’animo degli Apostoli, benché Gesù avesse chiaramente affermato “non vi lascio orfani … riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).

Tale promessa di Cristo si era solennemente compiuta con la Pentecoste. E la prima comunità, forte del conforto dello Spirito Santo, andava sperimentando ciò che Luca afferma in un passo breve ma molto evocativo degli Atti: “la moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno” (At 4,32-35).

Tale clima “paradisiaco” fu ben presto scosso dalla persecuzione abbattutasi sulla Chiesa di Gerusalemme, all’indomani del martirio di Stefano. A tale persecuzione – che provocò una dispersione della Comunità – aveva preso parte attivamente un giovane fariseo, assai fanatico, di nome Saulo di Tarso. Questi, infaticabile nella sua ostinazione, si era procurato lettere dalle Autorità di Gerusalemme, al fine si essere autorizzato “a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati” (At 9,2).

Folgorato sulla via di Damasco, Saulo, fu tramortito dalla voce del Cristo stesso: “io sono Gesù che tu perseguiti”. Questo avvenimento determinò una svolta radicale nella vita dell’antico persecutore, il quale fu battezzato a Damasco da Anania – inizialmente esitante – e mutò l’antico nome di Saulo in Paolo.

Ma fu soprattutto l’incontro con Barnaba (una delle grandi personalità della comunità cristiana delle origini) che favorì l’accoglienza di Paolo nella Comunità di Gerusalemme, ancora piuttosto scettica sull’autentica conversione dell’antico persecutore (Cfr. At 9,26-27). Barnaba, uomo mite, saggio, capace di discernimento, accordò fiducia a Paolo, e intercedette a favore di Paolo, nei confronti di Pietro e dell’intera Comunità di Gerusalemme. Gli Apostoli ascoltarono il consiglio di Barnaba e si volsero a Paolo con atteggiamento meno guardingo e più benevolo. Barnaba, il cui nome significa “figlio dell’esortazione o della consolazione” (At 4,26), associò Paolo alla sua personale missione e lo introdusse alla vita e alla stima della Chiesa.

Potremmo dedurre, da questo brano degli Atti, alcune indicazioni alquanto consone alla vita dell’Associazione “Genitori in cammino”.

Innanzitutto, i Vangeli insegnano che Gesù stesso si è fatto carico del dolore dell’uomo e ha personalmente consolato chi era nel dolore. Il caso di Lazzaro è emblematico, in questo senso. Se il termine ebraico “Barnaba” significa “figlio di consolazione”, quanto più questo nome si addice al Figlio di Dio il Quale è passato “beneficando e risanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo” (At 10,28). La consolazione di Cristo è stata fatta propria da Barnaba che si è messo a fianco di Paolo e ne ha favorito l’inserimento nella Chiesa e ne ha accompagnato i primi passi missionari.

Anche voi, cari fratelli e sorelle, avete trovato nell’Associazione “Genitori in cammino” un riflesso, discreto ma profondo, di quella consolazione che fu innanzitutto nel Figlio di Dio e successivamente in Barnaba e negli altri Discepoli del Risorto. Anche nella vostra vita siete stati affiancati da molti “Barnaba” – primi fra tutti i Sacerdoti qui presenti – e siete stati consolati nel vostro dolore, sorretti nel dramma, incoraggiati nella speranza della Risurrezione per i vostri figli scomparsi.

E così, avete assaporato la verità di quelle parole della Bibbia che promette una corona di gloria a chi “depone le proprie lacrime nell’otre di Dio”  (Cfr. Sal 56,9). Avete trovato nella Comunità Cristiana un sostegno e un incoraggiamento. E vi siete fidati.

 AMARSI NON A PAROLE MA FATTIVAMENTE 

Il messaggio della seconda lettura è riassumibile in due chiare e potenti affermazioni: “non amate a parole, ma coi fatti” e, successivamente: “chi ama è passato dalla morte alla vita”. Risulta pertanto chiaro l’appello dell’Apostolo Giovanni: è necessario ritornare alle sorgenti del Cristianesimo per sperimentare la potenza dell’amore trasformate di Cristo.

Anche su questo versante, Voi, Genitori in cammino, siete la testimonianza palese, di quanto possa essere concreto e fattivo l’amore di Cristo. Tanto è l’amore che avete ricevuto dalla Chiesa e del quale siete diventati testimoni e annunciatori!

Entrando in Chiesa, ho avuto modo di salutare il papà del Seminarista Samuele Gardinale. Questo giovane, come sapete, è stato colto improvvisamente da un grave male che lo ha condotto, in breve tempo, alla morte. Ed è stato Ordinato Sacerdote poco prima di morire. Ritengo che nella vicenda di questo nostro giovane Prete sia racchiuso il segreto del fecondo connubio tra Seminario e Associazione “Genitori in Cammino”. Samuele è diventato davvero figlio di tutti. La sua Ordinazione Sacerdotale è risultata davvero un “evento di famiglia”. Da allora in avanti ogni Seminarista – grazie all’esempio di Samuele – è diventato oggetto di attenzione e di premura dell’Associazione. E mentre i Seminaristi rappresentano, per i Membri dell’Associazione, altrettanti “figli di consolazione”, l’Associazione costituisce per i giovani Seminaristi un fattivo supporto affettivo, formativo e pastorale.

 TRALCI FECONDI DI CRISTO, VITE VERA

Veniamo finalmente al brano evangelico dal quale apprendiamo che Gesù si proclama la “vera vite” della quale ciascuno di noi è spronato ad essere tralcio fruttuoso.

Il principio fondamentale della vita cristiana è, quindi, il «dimorare-rimanere» innestati in questa vite: se il discepolo rimane in Gesù attraverso la fede e l'amore, Gesù rimane in lui col suo amore e con la sua fe­condità. Se manca questa continua osmosi di vita col Cristo, la nostra vita si inaridisce, le azioni diventano meccaniche, le parole religio­se solo vani suoni, la freddezza del cuore e la secchezza della coscienza ci attanagliano. «Ogni albero che non produce frutti buoni - ammoniva già il Battista - viene tagliato e gettato nel fuoco».

Ma è altresì necessario rimanere uniti a Cristo e collocati in quel giardino fiorito e “vigna” che è la Chiesa. La Chiesa è infatti il luogo in cui Gesù-Vite ha collocato la sua presenza reale. La Chiesa è il Corpo di Cristo. E di tale corpo è necessario essere membra.

Due sono primariamente i mezzi per rimanere in comunione con Cristo, e sono facilmente enunciabili con altrettanti slogan:

a)  Vivi nella vigna”. Cioè: rimani nella Chiesa; ama la Chiesa; spenditi per la     Chiesa;  respira   l’atmosfera della Comunità Cristiana. Lasciati concimare dall’azione premurosa della Chiesa. Lasciati  innaffiare dall’acqua pura della Parola che nella Chiesa è proclamata e annunciata.

    b)  Rimani innestato nella vite, nonostante le potature”. Nelle parole di Gesù, infatti, entra in scena il contadino che pota il tralcio della vite. È un'operazione dolorosa ma necessaria. “Attraverso le lacrime delle persecuzioni e delle prove nascono le gemme della primavera spirituale. In que­sta operazione si delinea il tragico destino del tralcio morto, quello che è staccato dalla linfa vitale della vite” (Ravasi). Dio ci aiuti perché ciò non accada!           

Questo è il messaggio che la Parola di Dio ci trasmette, quest’oggi, mediante tre splendide pagine bibliche che ho voluto declinare in prospettiva della vostra Associazione, affinché in esse troviate serenità e coraggio; aiuto e consolazione; speranza e vitalità.


Genitori in cammino - ultimo aggiornamento:  martedì 21 luglio 2015