Genitori
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Omelia dell’Arcivescovo Mons. Luigi Negri.
VI Domenica di Pasqua Celebrazione Eucaristica per i “Genitori in Cammino” 05 Maggio 2013 – Cattedrale
Io conosco il vostro dolore per esperienza diretta personale e per la convivenza che ho avuto in questi anni con la situazione in cui vi trovate. Conosco quel livello profondo della vita e del cuore dell’uomo, là dove si è provocato un dolore che sembrava invincibile, e mi sovvengono tanti avvenimenti a cui ho potuto partecipare. Quelle telefonate che portano improvvisamente l’annuncio che colui che era partito per una breve gita, o per qualche giorno di vacanza, non torna più; che colui che era andato a scuola da questa scuola non è tornato. Poi mi ricordo di quelle lunghe, per me sono state lunghe, giornate di convivenza in ospedale con mio nipote, poi morto giovanissimo di una terribile leucemia. Giornate passate silenziosamente in ospedale, dicendosi con le parole e con gli occhi senza parole quello che non si poteva, non si riusciva a dire, ma che passava dal cuore dell’uno all’altro. So cosa vuol dire il dolore di perdere un figlio, una figlia. So che questo dolore scava nella profondità dell’esistenza e ci sono certamente stati, e forse c’è ne sono ancora, dei momenti della nostra vita in cui sembra che la vita sia stata troppo crudele. Forse qualche volta vi è accaduto, e non è certo questo un peccato, di pensare che forse anche Dio era troppo crudele, mettendo sulla vostra strada prove e sacrifici così grandi, ma questo, fratelli e sorelle, è la grande e straordinaria novità della fede. Il nostro cuore è squarciato, oggi come tanti anni fa, e nessuno vi consentirà mai di dimenticare il vostro dolore. Quando cominciaste a dimenticare il vostro dolore sarebbe il segno che state perdendo la vostra umanità. Nessuno vi strappa questo dolore che rimane nel cuore come uno strappo, come una lacerazione, ma ringraziate il Signore Gesù Cristo per gli amici che vi hanno condotto dentro questa straordinaria esperienza di amicizia. Ringraziatelo perché come l’antico, ignoto, centurione romano, voi avete guardato quello strappo, avete messo i vostri occhi dentro la lacerazione del vostro cuore e dentro quella lacerazione non avete visto il buio del nulla e della disperazione. Dentro quello strappo, dentro quel dolore, dentro quella sofferenza, avete visto prendere forma, e per molti è stata la prima volta, il volto del Signore Gesù Cristo. Così anche voi, come l’antico centurione romano, avete potuto dire: «Costui era veramente il figlio di Dio». Il senso profondo del dolore terribile della nostra vita non è che si possa eliminare o superare o darsene una ragione, al dolore che abbiamo vissuto e viviamo noi non si può dare nessuna ragione umana, ma certamente dentro la profondità di questo dolore c’è il volto del Signore che come ha chiamato i nostri cari a partecipare, immediatamente e in modo inaspettato, alla Sua Gloria, loro son partiti subito. Ha chiamato voi a fare un tempo di cammino nella loro memoria, nel loro ricordo. Un cammino che vi ha lentamente messo, ogni giorno di più, dentro il mistero della fede in Cristo, e vi ha messo ogni giorno di più quella esperienza di carità cristiana che riempie la vostra vita e vi fa propagatori di questa carità nei cuori degli uomini così afflitti e disperati che ci circondano. Il dolore è servito a ritrovare la fede o ad approfondirla; il dolore è servito ad approfondire la carità; il dolore vi mette oggi nella Chiesa, in questa Chiesa, con una grande e significativa responsabilità. La responsabilità di testimoniare davanti a questo mondo senza speranza, ricco magari di tante soddisfazioni ma così povero di umanità, che neanche la morte è un obiezione all’esistenza di Dio, neanche la morte è un obiezione alla vita umana che cammina verso la felicità. Questo è accaduto credo qui come negli altri incontri della vostra associazione che in questi tanti anni non ho potuto visitare nei loro momenti significativi, sì questo è accaduto. Di questo incremento della fede, vorrei dirvi con totale sincerità, di questo ritrovarsi nella carità, di questo essere più di prima membra vive del suo corpo che è la Chiesa, di tutto questo ringraziate la misericordia del Signore che ha cambiato in positività, che ha cambiato in bene, quello che umanamente parlando era assolutamente negativo. Si rinnovi la fede, la speranza e la carità nel grande miracolo della grazia di Dio, ma che si possa rinnovare il miracolo della fede, della speranza e della carità, perché questa iniziativa di Dio trovi un cuore pronto. Ha trovato e trova ogni giorno in voi il vostro cuore pronto a dire di sì, ogni giorno, come avete dovuto dirlo in quell’ora tremenda in cui è accaduto quello che nessuno poteva pensare che accadesse. Camminate dunque sulla strada della fede, fratelli e sorelle, accompagnati da questa singolarissima esperienza di amicizia che testimonia, nella Chiesa e di fronte al mondo, che l’uomo non è mai solo di fronte alla sua vita, non è mai solo di fronte al dolore. Perché dal cuore della comunità cristiana sono nati incontri ed amicizie che non tolgono il dolore, ma lo rendono più umano, lo rendono vivibile, e ti fanno aprire gli occhi ogni mattina con una speranza nuova nel cuore e li fanno chiudere alla sera con la certezza che la vita non è stata perduta, che la vita non è stata inutile, che la vita non è stata solo un campo di dolore. A Milano, come a San Marino – Montefeltro, io ho sempre considerato la vostra associazione come un punto fondamentale di riferimento per la mia vita personale, e la testimonianza, che mi è venuta e che mi viene dalla vostra vita, è un grande aiuto che Dio mi dà a portare l’esistenza di servizio alla Chiesa che qualche volta ha lo stesso dolore di perdere un figlio o un fratello o un amico. Siete nella mia vita un riferimento che, al di là della conoscenza diretta che presumibilmente in questi anni potrà realizzarsi, mi mostra il volto del Signore che mi dice: «Coraggio!». Così oggi io vi dico: «Coraggio!», e sento che rispondete a questo mio invito dicendo a me: «Coraggio!». Così sia.
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Genitori in cammino - ultimo aggiornamento: martedì 21 luglio 2015 |