Genitori
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Esperienza di don Mauro Ansaloni

 

      Ero giovane prete e da pochi giorni Parroco a Raibosola di Comacchio quando, per la prima volta, ho vissuto accanto ad una famiglia, il dramma del dolore e della disperazione per la perdita di un giovane, morto in un incidente stradale.

      In quel momento, trovare parole capaci di dare conforto a quella mamma e a quel papà era inutile: capivo che, di fronte al mistero di questo terrificante evento, la parola e l’intelligenza dell’uomo, che pretendevano di dare risposte ai mille perché, dovevano solo e definitivamente t

      Sono stato lì seduto accanto a loro, senza dire nulla. Il mio silenzio si trasformava, dentro di me, in ricerca ed accoglienza di quella Verità che dà risposta a tutto e a tutti.

      Da quel giorno, purtroppo, la stessa drammatica situazione si è ripetuta più volte.

      Sentivo forte, in ogni circostanza, il desiderio di pormi accanto al dolore di queste famiglie per una comunione profonda con loro, per un conforto fraterno e, soprattutto, per annunciare la certezza che c’è Qualcuno che ci accompagna sempre, a Lui ci si può affidare, perché da soli non ce la possiamo fare.

      Devo ringraziare il Signore per avermi fatto il dono di incontrare, nel 1996 il gruppo dei “Genitori in Cammino”.

      La testimonianza di vita e di fede di queste persone, non solo è divenuta punto di riferimento per diverse famiglie della mia Parrocchia, ma è stato di notevole aiuto anche per me, per riuscire a far luce sul mistero della morte e del dolore.

      Da quel momento, con più forza e convinzione, ho saputo dire che la fede è l’unica risposta alle nostre domande di senso; è quella luce che non toglie completamente l’ombra del dolore, ma lo attenua, lo sbiadisce, lo rende meno consistente ed opprimente.

      Posso dire, oggi, che in questi quasi dieci anni in cui ho cercato di stare accanto con profonda amicizia, affetto e partecipazione, al cammino di fede di tanti genitori di Raibosola e di Comacchio, è maturata forte in me la certezza che il dolore non è mai una punizione, ma può benissimo diventare la “strada privilegiata” del nostro incontro con Dio.

      Affidandosi a Lui, accogliendo la Sua volontà, senza troppe scorciatoie, si arriva a capire che la nostra sofferenza non è altro che la stessa sofferenza di Cristo, già riscattata e redenta dalla Sua morte in croce.E come la passione di Cristo è il segno più grande dell’amore di Dio per l’umanità, così il nostro dolore si può trasformare in amore per costruire qualcosa di bello per noi e per gli altri.

      Il dolore, quindi, ha un senso se vissuto ed offerto per amore!

      Dico grazie, allora, al Signore ed al gruppo “Genitori in Cammino”.

      Grazie in modo particolare a tutte le mamme ed ai papà di Raibosola e di Comacchio per il cammino di fede fatto insieme: ciò che ho ricevuto dall’esempio della loro vita e dalla testimonianza della loro fede semplice, ma robusta, è di gran lunga superiore a ciò che io ho saputo e potuto dare loro!

                Don Mauro Ansaloni 


Genitori in cammino - ultimo aggiornamento:  martedì 21 luglio 2015