Genitori
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Esperienza di don Lino Trabucchi
Ho conosciuto per caso il gruppo “Genitori in Cammino”, dovendo supplire un confratello che seguiva il gruppo locale e destinato ad altro incarico pastorale. Ci vuol poco a conoscere questi genitori provati nella loro vita da una croce pesante. Una croce, la loro, che non va mai in vacanza; il cui peso, giorno dopo giorno, diventa insopportabile se portato da soli, se manca un sostegno amico. Ci vuole molto a capirli. Il molto non riguarda il tempo, ma la fede e l’amore con cui ti devi accostare alla loro esperienza di vita. Il molto riguarda ancora la capacità di capirli nel giusto senso, nel non commiserarli mai col rischio di produrre più danni che bene. Aiutare ed essere un po’ cirenei di quei poveri Cristi che portano una croce che non si sono cercata, non è facile. Occorre molta fede e molta grazia di Dio negli uni e negli altri. Io ho compreso che i “Genitori in Cammino” sono cristiani che vogliono lasciarsi aiutare, che irrobustiscono il cuore trafitto con l’Eucaristia, con la Parola di Dio. Se il loro cuore ha vacillato qualche volta, riprendono con coraggio il cammino in salita, perché convinti che “avanti c’è luce, avanti c’è il Signore, avanti c’è un figlio da ritrovare”. Questo lo dice loro la Chiesa, questa è la “loro” fede. “Non diciamo: Signore come mai? Ma: Signore Tu lo sai”. “Non cerchiamo di capire, amiamo… I morti vogliono questo da noi” (d. Mazzolari). Sta anche in queste semplici parole la strada dei “Genitori in Cammino” per uscire dallo sconforto, dal dolore che provoca la perdita di un figlio. Il loro ricordo, le fotografie dei tanti figli che ci hanno preceduto, invitano i genitori a prolungare nel tempo l’amore che i figli hanno lasciato in eredità. L’amore vissuto dopo la prova, attraversa il tempo, ed è capace ogni giorno di piccoli e grandi gesti di generosità e di condivisione verso chi è più debole, solo e bisognoso di aiuto. I “Genitori in Cammino” non fissano il vuoto lasciato dai loro figli, ma ancorano il loro cuore alla preghiera, alla parola del Signore, alla solidarietà tra loro, chiedendo al Signore consolazione, speranza ed il coraggio di continuare ad amare Lui e gli altri fratelli, riempiendo così il vuoto lasciato libero in famiglia, amando ancora di più. Il dolore che isola, distrugge. Il dolore pur profondamente sentito non deve rifiutare la speranza, anzi la deve cercare. Il dolore non si combatte, ma si porta e portato assieme è la Croce di Gesù che ci ha salvati con il dolore e la croce. Questo i “Genitori in Cammino” lo sanno. Nessuno può dire come si è genitori di un figlio in Paradiso, perché è dall’interno che vengono le risposte. E le risposte vengono date non a denti stretti, ma illuminati dalla fede che fa pregare così: “Ricordati Signore dei nostri figli che ci hanno lasciato per venire da Te; dona loro la Tua luce, la pace, la libertà. Hanno creduto in Gesù il Tuo amato Figlio che per noi è morto, che è per noi risorto. Si sono fidati di te. Apri la Tua Casa, tienili con Te.” Don Lino Trabucchi
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Genitori in cammino - ultimo aggiornamento: martedì 21 luglio 2015 |